Dossier

Università, i dieci professori italiani emergenti di economia e diritto

di Emanuele Coen   21 marzo 2023

  • linkedintwitterfacebook

Divario di genere, cambiamenti climatici, piattaforme digitali: sono alcuni dei temi trattati da giuristi, economisti, scienziati politici, esperti di nuovi fenomeni sociali selezionati da L’Espresso. La fotografia di una generazione di docenti ordinari e associati

La governance delle migrazioni attraverso l’intelligenza artificiale, lo studio del populismo attraverso la microeconomia, le disuguaglianze di genere e il corpo come strumento di potere. Economia, diritto e scienze sociali sono aree di ricerca sempre più contaminate, con confini sempre più sfumati e strumenti in continua evoluzione. Come dimostra questa galleria di ritratti di dieci professori emergenti, ordinari e associati.

[[ge:rep-locali:espresso:392995191]]

CATHERINE DE VRIES. Politologa olandese, 44 anni, insegna Scienze politiche all’università Bocconi, dove è prorettrice per l’internazionalizzazione. Tema fondamentale per un ateneo in cui un professore su tre non è italiano. Al centro dei suoi studi la contestazione e lo scetticismo verso l'Unione europea. Ha vinto un premio ERC grant consolidator per un progetto di ricerca che si concentra su come le difficoltà economiche alimentino il sostegno ai programmi politici socialmente conservatori. «Abbiamo osservato che, quando le persone subiscono una perdita socio-economica tendono a compensare mettendo in primo piano altre parti della loro identità», afferma la docente, secondo cui l’adesione all’estrema destra si spiega anche così.

GIOVANNI FARESE. Nell’ultima classifica Censis spicca un ateneo non statale, l’università Europea di Roma, al secondo posto della graduatoria nazionale tra i piccoli. Qui insegna Farese, 41 anni, professore associato di Storia dell’economia, già Marshall Memorial Fellow del German Marshall Fund degli Stati Uniti, collabora con l’Aspen Institute ed è grande esperto dell’economia italiana del secondo dopoguerra. Al tema ha dedicato anche il libro “Mediobanca e le relazioni economiche internazionali dell’Italia”, frutto di un lavoro certosino di ricerca nell’archivio della banca d’affari, in cui indaga la figura di Enrico Cuccia e di altri protagonisti. «Oggi diamo valore al fatto che i politici siano i vicini della porta accanto, un tempo avevamo una grande classe dirigente con importanti esperienze internazionali», afferma con lieve nostalgia.

CRISTINA FASONE. Professoressa associata di Diritto pubblico comparato alla Luiss, a Roma, nonché direttrice del corso di laurea in “Politics, Philosophy and Economics”, a 39 anni Fasone è una delle giuriste in prima linea nello studio dei processi di integrazione europea. In sostanza, studia come le norme Ue impattano dal punto di vista politico e giuridico nei Paesi membri. Un ginepraio di norme in cui occorre orientarsi. «Uno dei temi fondamentali riguarda il rapporto tra le corti europee dei diritti dell’uomo e di giustizia e le corti nazionali», dice la professoressa: «Si generano di continuo conflitti, questioni irrisolte, su chi ha l’ultima parola».

EMANUELE FELICE. Tra i suoi mentori c’è Michele Salvati, economista e politologo, il primo a teorizzare la nascita del Pd. E dei dem Felice, 46 anni, ordinario di Politica economica allo IULM di Milano, è stato responsabile economico fino al 2021. Acqua passata: ha sostenuto Elly Schlein alle primarie, ma oggi nel partito non ha alcun incarico. Brillante e prolifico, ha scritto saggi sul Mezzogiorno (tra gli altri “Perché il Sud è rimasto indietro”, il Mulino), sulle disuguaglianze sociali e i nuovi diritti ambientali (“La conquista dei diritti”, il Mulino). «Il fenomeno preoccupante è la crescita dei lavoratori poveri, circa tre milioni, a cui la politica manca di rispondere con l’istituzione del salario minimo, come chiede l’Ue».

ROSSELLA GHIGI. Educazione di genere, discriminazione, stereotipi, disuguaglianze. Diritti riproduttivi, modifiche corporee. Si muove su temi di grande attualità Ghigi, 47 anni, professoressa associata di Sociologia all’Università di Bologna dopo un percorso di studi di rilievo, tra cui un DEA a l'École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. È co-fondatrice e responsabile scientifica del Centro Studi sul Genere e l'Educazione dell’ateneo felsineo. Tra gli altri, ha scritto insieme a Roberta Sassatelli il saggio “Corpo, genere e società” (il Mulino). «Se i nostri corpi non sono mai inerti o neutri, sono continuamente intessuti di relazioni di potere», dice Ghigi: «I corpi sono politici. Il corpo e il potere sono intimamente legati: sui corpi si gioca tanta parte di quanto, nel quotidiano, segna le disuguaglianze».

EDMONDO MOSTACCI. Le nuove tecnologie incidono sul godimento dei diritti fondamentali e sulla privacy, presentano rischi per le libertà, per i diritti politici e del lavoro. Si occupa anche di questi temi Mostacci, laurea in Bocconi con il massimo dei voti, 44 anni, professore associato di Diritto pubblico comparato nell'università di Genova, tra i giuristi più brillanti della sua generazione. «Il nuovo approccio si basa sul legame tra i processi politico-democratici e le acquisizioni delle scienze sociali», afferma. I suoi interessi spaziano in diversi campi: di recente, infatti, ha partecipato insieme ad altri esperti di diritto al primo convegno nazionale sulle cause in Italia per il risarcimento danni per crimini nazisti.

©PaoloTonato

SALVATORE NUNNARI. Economia politica, teoria microeconomica, economia sperimentale. E un nuovo ERC Starting Grant per studiare le cause della crescente popolarità dei partiti populisti e della polarizzazione ideologica, attraverso modelli microeconomici ed esperimenti di laboratorio. Bocconiano doc, 39 anni, Nunnari è professore associato e dirige il BESS, il corso di laurea triennale in Economia e Scienze Sociali nell'ateneo più internazionale d'Italia, dove un docente su tre non è italiano. Prima di entrare in Bocconi come professore, ha insegnato nella University of California San Diego e nella Columbia University. «Nella mia ricerca uso strumenti al confine tra l’economia, la psicologia cognitiva e le science politiche, per studiare il comportamento umano in situazioni di interazione strategica, in particolare quelle in cui un gruppo di persone deve raggiungere una decisione comune, per esempio, con una elezione o la contrattazione».

IVANA PAIS. La ricerca che attualmente coordina, “WePlat” (weplat.it), affronta una delle grandi criticità del nostro sistema: l'economia e il lavoro di piattaforma. Pais, 46 anni, è docente ordinaria di Sociologia economica nell'Università Cattolica, a Milano. L'economia della piattaforma non comprende solo i rider, categoria particolarmente fragile, ma anche l'incontro tra domanda e offerta di servizi di cura alla persona: badanti, baby sitter, lavoratori domestici, psicologi e medici che offrono le proprie competenze e servizi attraverso le piattaforme digitali. «Questi lavoratori identificano un nuovo modello organizzativo, che si sta diffondendo anche in aziende tradizionali», afferma Pais. Per Egea la docente, che è anche co-direttrice (con Elena Esposito e David Stark) della rivista “Sociologica”, ha pubblicato il saggio “Percorsi di sociologia economica”, con Filippo Barbera.

SIMONE PENASA. Professore associato in Diritto pubblico comparato nell'università di Trento, Penasa, 44 anni, si occupa anche del rapporto tra diritto, scienza e tecnologie. Tra progetti in Italia ed europei. Fin dai tempi del dottorato fa parte del gruppo BioDiritto (biodiritto.org), concentrato sulle tematiche legate alle scienze della vita, ai progressi della medicina e della ricerca biotecnologica e, più di recente, all'intelligenza artificiale. Temi molto attuali, come il diritto all'immigrazione. «Sto sviluppando una ricerca che mira a indagare l'impatto sui diritti dei migranti delle nuove tecnologie», dice Penasa: «In particolare l'intelligenza artificiale nella governance delle migrazioni».

ANDREA ROVENTINI. Qualche anno fa, al tempo del governo giallo-verde, Luigi Di Maio lo aveva indicato come ministro dell'Economia ma poi la candidatura sfumò. Oggi Roventini, 45 anni, è professore ordinario di Economia politica alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, tra i migliori dipartimenti d'Italia. Ha realizzato modelli che offrono una sintesi tra il pensiero di John Maynard Keynes sulla necessità dell’intervento pubblico per stabilizzare l’economia e quello di Joseph Schumpeter che vede nell’innovazione il motore dello sviluppo economico. Le sue ricerche lo hanno portato a pubblicare insieme al premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz. Da qualche anno, inoltre, il professore si occupa dell'economia del cambiamento climatico, pubblicando articoli scientifici su Pnas, organo ufficiale dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, e sulla rivista scientifica Nature Climate Change. «In particolare, analizzo i costi economici e sociali degli impatti climatici futuri e sulle politiche economiche necessarie per rilanciare innovazione e crescita in chiave sostenibile e inclusiva», afferma Roventini.