Xiong'an, la città socialista del futuro. Ma Xi ancora non sa se è un sogno o un incubo

Non ci sono sfumature di grigio quando si parla di Xiong'an, la designata “città socialista del futuro” della Cina di Xi Jinping che si promette verde, innovativa, intelligente, vivibile. Per alcuni sarà il lascito più clamoroso del presidente. Per altri una costosissima e fallimentare città fantasma. Cosa è Xiong'an. Concepita nell'aprile 2017 come città satellite della capitale Pechino, da cui dista un centinaio di chilometri, sorge su una pianura attraversata da fiumi e zone umide. L'idea era di sviluppare una valvola di sfogo per l'elefantiaca capitale cinese da 22 milioni di abitanti, assorbendone parte della popolazione e alcune funzioni non fondamentali – come le sedi di imprese statali, agenzie governative, enti di ricerca e sviluppo - nonché di sostenere lo sviluppo del triangolo economico Jing-Jin-Ji (Beijing-Tianjin-Hebei). Elemento chiave della “strategia del millennio”, Xiong'an viene costruita sotto la più stretta supervisione del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese entro il 2035, sarà completata entro il 2050, coniugando avanguardia tecnologica e sostenibilità ambientale. “Questa è anche l'eredità che la nostra generazione di comunisti cinesi lascerà alle generazioni future” ha affermato il presidente Xi Jinping. A partire dal nome, che è sì acronimo di due contee della zona, ma è anche una parola nuova composta da due caratteri: 雄 (Xiong: eroismo, forza) e 安 (An: pace, calma, stabilità). A chi obiettasse che siamo davanti a un progetto megalomane e folle, costoso e rischioso, i cinesi risponderebbero ricordando che Shenzhen nel 1980 era un villaggio di pescatori e oggi è una megalopoli da 12 milioni di abitanti, nella prima zona economica speciale dell'intera Cina. Così volle Deng Xiaoping e si fece come voleva il presidente. La contro-obiezione è che erano altri tempi: il Dragone cresceva a ritmi impressionanti, da economia emergente, mentre ora viaggia a velocità più ridotta, quasi da economia matura. La popolazione era in costante espansione, oggi arretra. Tutti gli indicatori di sviluppo avevano enormi margini di miglioramento, dall'istruzione all'occupazione, e i costi di manodopera e materie prime erano contenuti. Per non parlare dei fattori di disturbo dei tempi d'oggi, come la crisi immobiliare tutta cinese o il contesto geopolitico internazionale. Tre città in una, a pianificazione centralizzata. L'area ha già ricevuto investimenti per 657 miliardi di yuan, oltre 90 miliardi di dollari. Ma per completare il progetto ci stima che serviranno più di 370 miliardi, costerebbe così 13 volte la Diga delle Tre Gole, la maestosa opera di produzione di energia idroelettrica, la più grande al mondo, sul Fiume Azzurro. Il museo della città enfatizza la modalità di sviluppo a pianificazione centralizzata di Xiong'an. Quello che sta nascendo, in realtà, sono tre città: oltre a quella in superficie, ci sono una città nel cloud e una città sotterranea. - Sulla superficie, malgrado anni difficili, in particolare quelli del Covid, lo sviluppo urbanistico di Xiong'an è stato rapido: in 7 anni, sono oltre 4.000 gli edifici finiti o in fase di costruzione, mentre le società statali cinesi hanno creato più di 200 filiali. La pianificazione urbana è quella della città dei 15 minuti, quindi con servizi facilmente raggiungibili a piedi da ogni residente. Si prevede che il 90% degli spostamenti saranno assorbiti dal trasporto pubblico. Secondo lo schema urbanistico, i residenti dovranno camminare non più di 300 metri dalle loro case per raggiungere un parco, una cintura arborea entro 1 km e una foresta entro 3 km. L'energia proviene principalmente da fonti pulite, mentre il 70% del territorio della città è riservato ad aree verdi. - Sottoterra Xiong'an si sviluppa su tre strati, fino a una profondità di 22,5 metri, con una struttura di grandi tunnel dove passano cavi elettrici, condotti del gas, fibra ottica, fognature. In totale circa 380 km di tunnel e 22 kmq di parcheggi sotterranei, dati che fanno impallidire i record attuali di Montreal e Helsinki. Quest'area sotterranea, quindi, ospita tutti i principali servizi tra cui perfino la consegna logistica automatizzata. - Nel cloud si costruisce la copia virtuale di Xiong'an, di pari passo con la costruzione della città vera e propria: di fatto il suo gemello digitale. La città ruota attorno a un colossale data center, un centro di supercalcolo considerato il “cervello” della città, innervato da una rete 5G e da sistemi di intelligenza artificiale. Da qui si potrà gestire tutto, a partire dal traffico urbano e dai veicoli a guida autonoma, dai consumi energetici e idrici allo smaltimento dei rifiuti. Un enorme schermo elettronico in superficie fornisce i dati in tempo reale, dicendo quali strade siano più trafficate, se i servizi alla cittadinanza procedano secondo i piani. Uno stress test sul funzionamento di tutto questo non è stato fatto mai, visto che Xiong'an è semideserta e non c'è mai traffico. Nel libro “The China Project”, Andrew Stokols del MIT di Boston – che ha scritto anche un articolo su Foreign Policy - parla di “utopia tecno-naturalista” e definisce Xiong'an “l'incarnazione fisica del capitalismo partito-stato di Xi Jinping”. Xiong'an viene considerata inoltre il banco di prova del nuovo renminbi digitale, su cui la Cina punta tantissimo. Si tratta della valuta digitale della banca centrale cinese che potrebbe ridurre la dipendenza dal dollaro americano e consentire al governo di raccogliere dati sulle transazioni dei consumatori. I lavoratori edili di Xiongan ricevono già salari in valuta digitale, anche se il processo di adozione del renminbi digitale non è così rapido e diffuso. In un video di pochi minuti pubblicato in questi giorni da Xinhua, si elogiano il sistema tecnologico di controllo del traffico e gli autobus a guida autonoma. Si elogiano a dire il vero anche i baristi robot che servono il caffè al Migu Cafe, buono se non migliore di quello preparato dagli umani, assicurano, e quindi subito diventato un'attrazione della città. Insomma, in questa abbuffata di futuro non si può negare che Xiong'an abbia ancora un problema con gli esseri umani. E la gente? Ci sono 17 coppie di treni ad alta velocità che fanno la spola ogni giorno tra Pechino e Xiong'an. Serve meno di un'ora, con un costo di 8 dollari a tratta. A Xiong'an, però, il treno arriva piuttosto scarico. La maggior parte dei viaggiatori in partenza dalla capitale scende all'aeroporto di Pechino Daxing, che dista appena 20 minuti dalla nuova città. La colossale e bianca stazione di Xiong'an, col tetto di pannelli solari - inaugurata nel 2020, la più grande d'Asia, sei volte quella di Pechino - è un posto semideserto e spettrale, che può solo lasciar intendere la sua capacità di carico. Da lì partono gli autobus verso la città in costruzione e verso i quartieri residenziali tirati su con condomini identici, centri commerciali e grandi parchi. I bus sono diventati un'attrazione per pensionati. Sono quei vecchi contadini che queste terre le abitano da tempo e le conoscono molto bene. “Là dove c'era l'erba ora c'è una città” devono pensare quelli che per tutta la vita hanno vissuto in questo angolo rurale della Cina, al riparo dal logorio della vita moderna. Dove c'erano i terreni agricoli, ora sta crescendo un nuovo stadio futuristico. Dove c'era un villaggio verrà su il campus dell'Università di Pechino. In fondo si vede l'autostrada intelligente Pechino-Xiong'an, aperta completamente al traffico da pochi mesi, che si estende per 102 km e ha ridotto drasticamente i tempi di percorrenza sulla tratta. Oggi queste persone abitano in case che sono state assegnate loro dal governo – le loro abitazioni sono state espropriate per dare sfogo alla ruspa – e molti di loro fanno la spola sui nuovi autobus dalla nuova stazione di treni ad alta velocità lungo tutto il cantiere metropolitano, come umarell nostrani in movimento. Vedono Xiong'an sorgere da quella terra che zappavano, concimavano, seminavano, da quei campi di grano che davano loro da mangiare sta nascendo il prototipo di città moderna socialista. “I giorni belli” sono arrivati, è quello che sono stati abituati a pensare e a dire, anche se servirà più di qualche anno per sperare di dare concretezza al progetto. Bloomberg ha condotto un interessante reportage, in un giorno feriale. La città appare vuota: nel centro, pochi negozi e ristoranti aperti lungo le strade fiancheggiate da nuovissime sedi governative, edifici per uffici, complessi residenziali e alberghi. Attrarre persone si sta rivelando la parte più complessa del piano di sviluppo di Xiong'an: “Le persone devono trasferirsi se necessario” ha detto Xi Jinping durante una visita a maggio scorso, poi nel discorso di Capodanno ha elogiato i “rapidi progressi” della nuova città. Non è più la Cina di una volta, però, anche nell'efficacia degli indirizzi che dall'alto calano sulla popolazione: lo si vede quando si parla di politiche demografiche, lo si vede negli stili di vita, e quindi anche con la resistenza che parte della popolazione oppone a un comportamento che è contrario a come va il mondo reale. E in questo momento trasferirsi a Xiong'an è qualcosa che davvero in pochi sono disposti a fare volentieri. Questa riluttanza è motivata con la preoccupazione per la qualità dell’istruzione nella nuova città. Anche le università che inizialmente avevano pianificato di trasferirsi ora scelgono invece di istituire campus secondari. “Dopo tutto, perfino il potere di Xi ha dei limiti” chiosa Alfred Wu dell'Università di Singapore, e la pianificazione meticolosa con cui Xi ha creato Xiong'an potrebbe rivelarsi un freno laddove il laissez-faire di Deng aveva incentivato lo sviluppo tumultuoso di Shenzhen. Alcune scelte fatte hanno un costo. Ad esempio, il regime ha imposto severi controlli sui prezzi delle case, ha fissato criteri urbanistici - niente grattacieli, niente foreste di cemento, niente facciate continue in vetro - ha impedito ai costruttori di vendere case che non avevano costruito, per tenere Xiong'an al riparo da quelle cattive pratiche che hanno alimentato la bolla immobiliare nel resto della Cina: così si contiene una distorsione del mercato, al tempo stesso lo si tiene con la briglia tirata. O ancora, non tutte le aziende sono benvenute a Xiong'an: si prediligono quelle ad alta tecnologia e si incentivano quelle che lavorano nell'information technology, nelle nuove energie, nella biomedicina, nei nuovi materiali, nell'aerospazio, nel fintech. Questo vuol dire che serve manodopera molto qualificata, non è un'area per bassa manovalanza o per dare lavoro agli strati più poveri della popolazione, compresi i migranti. Nei giorni scorsi sono state annunciate 16 misure politiche tra cui sussidi e incentivi per attrarre professionisti qualificati e giovani talenti. Per intenderci, per attrarre i migliori scienziati, si va dalla garanzia su generosi finanziamenti per la ricerca fino alla messa a disposizione di case da oltre 200 metri quadri, con tanto di sussidio di soggiorno, assistenza medica, istruzione e così via. A regime Xiong'an dovrebbe costituire un incontro fra tecnologia e rispetto dell'ambiente, con un'economia quasi completamente digitale, altissimi livelli di riciclaggio dei rifiuti urbani, copertura totale di Internet ad alta velocità. Per popolare Xiong'an, però, bisogna portarci la vita reale, altrimenti nessuno vuole viverci. A settembre scorso un gruppo di artisti ha dato vita a un musical avveniristico e supertecnologico, “La città delle stelle”, sulla costruzione di Xiong'an New Area, per raccontare le storie della zona e delle persone che la abitano. Tre sono gli stili musicali dello spettacolo per le tre città: la musica elettronica per la città del cloud, musica di archi e arpe per la città in superficie, la chitarra heavy metal per la città sotterranea. "La città nel cloud è il sistema City Information Modeling (CIM), che integra tutte le informazioni sopra e sotto terra", spiega Wang Lingyun, sceneggiatore del musical, “la città in superficie è costituita dai giardini orientali e dalle foreste ecologiche, che seguono il concetto 'prima piantare il verde e poi costruire'. E la città sotterranea è la rete di condutture per risolvere le malattie urbane e i problemi di inondazione in Cina". E l'acqua? Raramente si assiste a proteste pubbliche in Cina, ma la scorsa estate, quando la Cina settentrionale è stata colpita dalle peggiori inondazioni degli ultimi decenni, la gente è scesa in strada a protestare per le decisioni prese a livello governativo. Il regime decise che la priorità fosse adottare ogni misura di protezione di Pechino e della nascente Xiong'an. Questa massima priorità significava deviare l'acqua altrove, allagando città e villaggi vicini, causando distruzioni di abitazioni, bloccando migliaia di persone nel disagio totale. C'è poi chi fa notare che Xiong'an soffrirà sempre per le inondazioni, a causa della bassa altitudine. C'è il Lago Baiyang, il più grande lago d'acqua dolce della Cina settentrionale, ma non ha capacità illimitata in caso di forti piogge prolungate. Un esperto governativo di pianificazione, Xu Kuangdi, ha fatto notare che dopo una grave alluvione, nel 1963, si decise di vietare la costruzione di strutture permanenti nell'area di Xiong'an e ora invece proprio quella desertificazione urbanistica ha portato a sceglierla. In definitiva, Xiong'an non è una scommessa sicura e ha problemi grandi da risolvere, primo fra tutto il suo popolamento. Ma è il progetto di Xi Jinping e tutto sommato, in Cina, è meglio averlo dalla propria parte. Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi leggerne altri simili, iscriviti a Cose dell'altro mondo, l'appuntamento del martedì che offre uno sguardo oltre confine. Una newsletter che nasce da questa rubrica

Inserti

Ancora su HuffPost

Guest

Tutte le sezioni

Cose dell'altro mondo

Xiong'an, la città socialista del futuro. Ma Xi ancora non sa se è un sogno o un incubo

Video del giorno

Leggi anche

Italia e Cina hanno una storia di relazioni lunga 700 anni, sarebbe un errore interromperla

Xi Jinping a Parigi: "Lavoreremo per risolvere la crisi in Ucraina. In Medioriente la soluzione è lo Stato palestinese"

Il viaggio di Xi in Europa, come un cuneo nelle relazioni transatlantiche

Dai 5 stelle al 5G cinese. L'ex sottosegretaria Mirella Liuzzi consulente strategica di Huawei

Home

"HAMAS NON CI HA LASCIATO SCELTA"
Israele si prepara ad attaccare Rafah

Crosetto preoccupato: "L'Europa non deve lasciare arrivare i russi a Kiev: chi ci dice che Putin si fermerà?"

PUM! PARTITO UNICO MELONIANO
La premier pensa a ingoiarsi Salvini e Tajani

Schlein annuncia: "Firmerò per i referendum della Cgil, anche sul Jobs Act". E il Pd frigge