Boiardi di Stato

Il ritorno di Paolo Scaroni nelle aziende di Stato

di Carlo Tecce   21 marzo 2023

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L’ex amministratore delegato di Enel ed Eni, a nove anni dalla “rottamazione” nei primi mesi del governo Renzi, sta per tornare su indicazione di Forza Italia e di gran parte del governo di centrodestra. Non è chiaro dove (Enel?), ma sui di lui ci sono pochi dubbi

Più o meno di questi tempi, nove anni e cinque governi fa, il giovane presidente Matteo Renzi, appena calato da Firenze, sorprese i palazzi romani perché con disinvoltura impose il congedo al potente Paolo Scaroni dopo quattro mandati di amministratore delegato fra Enel (uno) e soprattutto Eni (tre). Oggi Renzi è un senatore di opposizione e Scaroni, 77 anni a novembre, è un probabile presidente di Enel, che vorrebbe ottenere, o di Poste, che potrebbe accettare o di altre aziende di Stato. È una esplicita richiesta di Forza Italia, azionista di minoranza, ma pur sempre azionista, del governo di Giorgio Meloni.

Ogni giorno Scaroni è sui giornali per il Milan, il calcio è un faro sempre accesso. È approdato nella società rossonera, consigliere e infine presidente, subito dopo la vendita ai cinesi di Fininvest e cioè dell’amico Silvio Berlusconi. È l’unica certezza. Più di Stefano Pioli o Paolo Maldini.

Assolto nei processi Algeria e Nigeria e già tornato bussola nei palazzi romani durante la stagione di Mario Draghi, Scaroni è un desiderio imprescindibile di Forza Italia e di gran parte del centrodestra.

Ha lasciato a malincuore le questioni energetiche dopo che con la sua cura Eni era diventata un riferimento europeo dei russi e potrebbe rientrare, nel medesimo settore, però a Enel, con i russi che sono nemici dell’intero Occidente. Ovvio che Scaroni presidente di Enel sarebbe un amministratore delegato di fatto. Questo è un bel problema. Forse non di Scaroni. Semmai, per esempio, di Stefano Donnarumma, in rampa di lancio da Terna su spinta unanime di Fratelli d’Italia.

A qualche settimana dalle nomine, con mezza Italia aggrappata al maniglione antipanico, pare che Scaroni sia placidamente in coda, e non certo nelle retrovie, per riprendersi ciò che ritiene gli spetti.