Il documento

«Io, grande elettore, vi racconto come è andata l’operazione Talpa per far rieleggere Sergio Mattarella»

  • linkedintwitterfacebook

Il diario segreto di uno dei politici chiamati a votare il Presidente della Repubblica. Insofferente ai diktat, ha votato Mattarella fin dai primi scrutini. E spiega giorno per giorno i dietro le quinte e le trattative

Incontri, trattative, conciliaboli e la lotteria dei nomi. In dissenso con le manovre dei partiti e dei loro leader, ecco l’agenda di un grande elettore che ha votato per la riconferma del presidente uscente già dopo le prime votazioni. Qui racconta, giorno per giorno, il dietro le quinte di trattative e trame di palazzo. 

23 gennaio, domenica
Sono un grande elettore e sono arrivato a Roma. A un certo punto vedo in tv un dotto politologo che mi spiega che in realtà non lo sarei: grandi elettori sono quelli americani, eletti dai cittadini. Però gli sms che mi convocano a riunioni (del tutto inutili) mi confermano che lo sono. D’altronde senza un minimo di narcisismo non si fa politica e io, con tutto il rispetto dei politologi, il titolo me lo tengo. Facciamo un’assemblea da cui non si capisce niente, nebbia fitta. Io a dir la verità credevo possibile che si risolvesse tutto domani, eleggendo o Draghi o Mattarella, gli unici due candidati credibili, ma Berlusconi ha mollato solo oggi pomeriggio. D’altronde i voti dove li trovava?

24 gennaio, lunedì
Qui alla Camera funziona così. Si può stare nel Transatlantico oppure in una specie di maxi gazebo in cortile. Avendo lasciato tutto aperto in funzione anti Covid-19 fa più freddo dentro che fuori. I senatori arrivano e se ne vanno, evidentemente nei loro uffici. Qui restano deputati, delegati regionali e giornalisti. Quelli di centrodestra stanno quasi solo nella loro parte di Transatlantico. L’unico di loro che va ovunque è Sgarbi che parla ancora di Berlusconi sostenendo di aver creduto alla sua operazione Scoiattolo. Però lo dice in un modo tale che sembra non crederci, sembra che si tratti di uno spettacolo. I grillini stanno soprattutto nel maxi gazebo, discutono molto tra loro, capisco dopo, dal sito della Camera, che i due che si muovono di più, oltre al loro capogruppo alla Camera Crippa che avevo visto in tv, sono Sergio Battelli e Vittoria Baldino. Alcuni di loro vogliono votare Mattarella, pare che inizino i loro senatori. Invece una decina di parlamentari del Pd si muovono dappertutto e parlano con tutti. Verini, che avevo visto anche lui in tv, mi sembra l’opposto di Sgarbi: mostra a tutti un santino di Mattarella e sembra scherzare, ma in realtà mi viene il dubbio che stia facendo sul serio, che sia un messaggio subliminale. Poi ci sono i giovani turchi, in particolare Orfini e Raciti, che ti fanno ragionamenti sul fatto che le coalizioni sono fasulle, che la Lega dovrà scegliere tra quella di governo e quella pre-elettorale con Fdi. C’è il costituzionalista Ceccanti che ti spiega che solo la conferma di Mattarella stabilizza il governo Draghi. Nessuno però mi chiede di votare diversamente dalla scheda bianca. Mattarella prende 16 voti.

AGF_EDITORIAL_GFD3100320

25 gennaio, martedì
Qui gli unici che sembrano organizzati sono questi del partito mattarelliano che però continuano a non chiedermi il voto. Ma vanno sempre su e giù parlando con tutti, anche a destra, mentre dalla parte di là nessuno si muove. Anzi, sbuca il deputato di Coraggio Italia D’Ettore che dice a Ceccanti: «Dovevamo votare ieri tutti quanti Mattarella e chiudere, si perde tempo». La deputata Giuditta Pini ci manda i link dove acquistare i santini di Mattarella. Però il gruppo Pd dice di votare rapidissimi e ci fa controllare il tempo in cui stiamo in cabina. Spoglio delle schede: Mattarella sale a 39 e arriva pari con Maddalena votato dagli ex grillini. Nel pomeriggio il deputato Raciti mi chiede finalmente di votare Mattarella per il giorno dopo. Gli chiedo perché non me l’abbiano chiesto prima. Mi risponde che è un metodo: coinvolgere progressivamente per salire piano piano, mentre i leader sono bloccati. Altri si arrabbiano e in sostanza capisco che le argomentazioni sono due: lasciare spazio ad altri candidati ritenuti preferibili (Draghi e Casini), non targare Mattarella di centro-sinistra. Il primo argomento a me non dispiace, almeno per Draghi, Casini francamente lo eviterei. Il secondo non mi convince perché io vedo che loro parlano a destra. In particolare impazza Tabacci: «Ma dopo che si è ritirato Berlusconi non fate figura migliore se votate Mattarella prima possibile?». Fuori di qui girano i nomi più vari, ma qui dentro si parla solo di Mattarella, Draghi e Casini. Grandissimi movimenti dei grillini, anche se sono facce a me sconosciute.

26 gennaio, mercoledì
Decido di votare Mattarella, anche se non mi dispiacerebbe che poi a un certo punto votassimo Draghi. Però non posso ogni volta votare bianca. Molti si sono arrabbiati e non c’è più controllo dei tempi in Aula. La linea ufficiale però è ribadita sulla scheda bianca; i renziani decidono di votare Casini insieme a qualche dem moderato, specie senatori, in primis Marcucci, che lo fa capire anche se dice di votare bianca. Ma questa sorta di operazione Talpa pro Mattarella. a quanto ci dovrebbe portare? Mi presentano il presidente del Consiglio regionale toscano Mazzeo che gira con Ceccanti che mi dice che lui aveva già iniziato a votarlo per conto suo insieme a Giani. Capisco che qui tra dem e grillini vogliono superare 100, anche se loro non danno numeri. Nel Pd non sono più ostacolati, ma non ancora promossi. Mattarella arriva a 125 e Casini a 52. Stanno lavorando due gruppi di centrosinistra, mentre il centrodestra tace rassegnato. Dopo l’operazione Scoiattolo sono in ballo l’operazione Talpa e quella Grande centro. Quelli di Leu, dove sta il biografo di Saragat Fornaro, mi spiegano che in sostanza è un tentativo simile a quello di unità socialista che venne fatto allora eleggendo appunto Saragat, anche se allora fallì e a questo punto per timore di derive centriste diventano ultra-mattarelliani.

27 gennaio, giovedì
Il centrodestra non ritira la scheda anche per evitare cedimenti verso Mattarella, ma nel centrosinistra e nei grillini i registi della Talpa hanno sfondato a sinistra per timore di Casini. I registi alternativi del Grande centro oggi desistono perché senza i voti del centrodestra scenderebbero troppo, provano solo a scoraggiare dal voto a Mattarella invitando a mantenere la bianca. Il Presidente, spinto da sinistra, nella quarta votazione arriva a 166 e Casini scende a 3. Viste da qui le cose cominciano ad essere piuttosto chiare per tutti, anche se i giornali ci parlano di cose che qui non hanno alcun peso, con candidature che vanno e vengono sui tavoli dei leader. Da qui pare chiaro che uscirà Mattarella o Casini.

28 gennaio, venerdì
La mattina alle ore 7.42 mi arriva la rassegna stampa di Ceccanti che scrive che il centrodestra la sera prima non ha fatto votare i propri perché almeno 30 voti sarebbero andati a Mattarella. Alla fine del voto della mattina (da oggi si fanno due votazioni) il centrodestra con la candidatura Casellati consente proprio di certificare il dato: Mattarella prende 46 voti di cui 35 di centrodestra. È l’autogol perfetto: il centrodestra ha fatto vedere a tutti che il voto è trasversale, condizione necessaria perché Mattarella, a cui nessuno ha detto niente, accetti. Del resto Orfini qui lo ripete ogni giorno: «Noi non chiediamo permessi, facciamo fatti; il fatto poi diventa diritto». La candidatura Casellati che si ferma a 382 era perfetta: i giudizi che nemmeno tanto velatamente trapelano dagli elettori di centrodestra, specie di Fi e di Coraggio Italia, sono così negativi che nessuna persona ragionevole avrebbe potuto prevedere che potesse superare 400, nonostante il controllo del voto. Nel frattempo, non votando il centrosinistra, Casini è inchiodato a 6. Da lì in poi viene giù tutto. Nel pomeriggio i gruppi dirigenti del centrosinistra, pur senza nessuna traccia ufficiale, avallano il voto a Mattarella. Arriva a 336 e Casini è fermo a 9. Fuori di qui c’è la nottata della candidatura Belloni, ma qui ormai la Talpa è venuta alla superficie.

29 gennaio, sabato
L’unica riunione dove veramente si è deciso, o meglio ratificato, qualcosa è quella della mattinata. Letta dice che se i leader non ce la fanno risolverà tutto «la saggezza del Parlamento». L’sms ci dice di votare bianca, ma non ci crede nessuno, tranne qualcuno che continua a sperare in Casini. Il centrodestra è nel panico perché sa che se non si inventa qualcosa quando i suoi elettori torneranno a votare potrebbe essere eletto Mattarella anche senza il loro accordo. Pare che ormai più di 100 lo vogliano votare. Li bloccano sull’astensione: Mattarella col solo centrosinistra arriva a 387. Casini e anche i leader del centrodestra possono solo arrendersi. Il primo più bravo e con classe, gli altri poco dopo. Ma, vista da qui, era tutto finito ieri mattina. Nel pomeriggio si chiude a 759. Urge prenotare santini per il giuramento sul sito indicato dalla Pini e forse anche le magliette.